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Giannessi, l'uomo dei match-point: "Il tennis è questione di dettagli"

Il ligure rimonta Passaro e supera il primo turno del Challenger 175 di Cagliari. Negli ottavi, troverà Thanasi Kokkinakis, contro il quale ha già vinto nel 2021. "Spero di recuperare al meglio - spiega l'azzurro - perché solo se sto bene sono tranquillo mentalmente"

03 maggio 2023

Fin qui, la cartolina più bella del 2023, per Alessandro Giannessi, era arrivata dalla finale del Challenger croato di Zara. Non tanto per il titolo, pure importante (il primo dal 2019), quanto perché a festeggiarlo in campo c'era tutta la sua famiglia: la compagna Francesca e il figlio Lorenzo, nato nel 2020. In quel caso, il ligure annullò un match-point all'austriaco Ofner prima di imporsi, e chissà che questo non sia di buon auspicio per il 175 di Cagliari. Dove l'esordio, dopo 3 ore e 13 di lotta, ha premiato Giannessi di fronte all'altro azzurro Francesco Passaro, superato per 3-6 7-6 6-4, anche in questo caso annullando dei match-point, addirittura tre.

“Abbiamo giocato un match durissimo – spiega Giannessi – ma sapevo che sarebbe andata così perché Passaro è un ragazzo con delle potenzialità enormi. Oggi mi è girata bene, all'ultimo torneo avevo perso dopo aver avuto 5 match-point a favore, stavolta ho vinto con 3 match-point contro. Questo è il tennis. L'importante per me è stare bene fisicamente, ma la voglia di giocare anche a 33 anni (li festeggerà il 30 maggio, ndr) è tanta. Se mentalmente sono pronto, come adesso, posso ancora competere con tanti avversari. Questo sport è fatto di piccoli episodi ma sono contento in particolare di come sono stato in campo”.

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La classifica dunque è una conseguenza di un lavoro a lungo termine, non la priorità. “Quest'anno ho già fatto tanti punti, nella Race sono già nei 150 (138 per la precisione, ndr) e penso di poter chiudere l'anno in buona posizione. Il 2022 invece era stato un anno complicato, ma del resto se non stai bene, contro questi ragazzi giovani che giocano sempre a tutta non è possibile spuntarla. Obiettivi di classifica non me ne pongo, ma vorrei rigiocare le qualificazioni degli Slam”.

Testa e fisico viaggiano insieme, nel tennis come nella vita di ogni giorno. “I risultati positivi nascono da un insieme di dettagli, ma in questo sport la priorità è essere a posto fisicamente: solo una volta raggiunto quell'obiettivo, puoi stare bene anche mentalmente. Nel 2022 mi era accaduto il contrario: non riuscivo a star dietro alla velocità di palla dei giovani emergenti, io che tra l'altro ho questo tipo di tennis così dispendioso. In questi 15 anni di carriera ho vinto tanti match in lotta, è una mia qualità, ma posso sfruttarla solo se sono fisicamente a posto”.

Quindici anni di carriera tra i pro, con un ingresso nei top 100, non sono cosa da tutti. E in questi tre lustri, Giannessi ha visto cambiare il mondo attorno a sé. “Ne parliamo spesso nel Tour ultimamente: il livello medio oggi si è alzato tanto, mentre prima nei Challenger se andavi da testa di serie era difficile perdere prima dei quarti di finale. Ora devi essere pronto a competere duramente con tutti, perché anche il numero 350 o 400 gioca bene, non ha lacune. In generale c'è più conoscenza della disciplina, ci si allena bene fisicamente, si sta più attenti ai dettagli. Il livello Challenger è sempre molto alto, al punto che quando poi questi ragazzi vanno a frequentare gli Atp può accadere che vincano diverse partite”.

Il prossimo turno sarà una sfida decisamente dura e molto complicata. Di fronte a Giannessi, l'australiano Thanasi Kokkinakis, ex numero 69 Atp ma con un potenziale molto più importante. I precedenti dicono 1-1, con l'ultimo incontro vinto da Giannessi, nel 2021 al Challenger di Roma. “Spero prima di tutto – chiude l'azzurro – di recuperare bene, perché contro Passaro è stata davvero una battaglia dura. Kokkinakis è un altro tipo di giocatore, molto aggressivo, serve bene e gioca su due colpi, dovrò stare attento su ogni punto. Averci vinto di recente mi fa capire che posso rifarlo, ma dovrò fare un gran match per ripetermi”.

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